La romanizzazione del territorio brianzolo e comasco ebbe inizio lentamente soprattutto a partire dall’inizio del II secolo a. C., quando Roma aveva risolto a proprio vantaggio la questione cartaginese.
Cartagine venne conquistata solo nel 202. Ed è poco dopo, nel 196 a. C., che le legioni di Roma ricominciano ad affacciarsi su questi territori alla conquista dell’Insubria. A Nord del Po Insubri e Comensi, a seguito della loro completa dedizione ai Romani, ottennero la pace senza condizioni sfavorevoli e ne trassero anche vantaggi che li portarono ad una lenta ma voluta romanizzazione. Gli insediamenti e le tracce della romanità che si sono trovate in Brianza e nel comasco, sono notevoli. Basta scavare nei campi adibiti all’agricoltura e si scoprono resti di storia.
Uno dei più grandi insediamenti riemerso alla luce è quello di Mariano Comense. Il rinvenimento ha restituito oltre ai resti degli edifici che costituivano l’antico vicus, anche una necropoli con più di 220 sepolture.
A Lecco recenti scavi dei Musei Civici di Lecco hanno portato alla scoperta di un villaggio della Cultura di Golasecca alla Rocca di Chiuso. L’orizzonte cronologico va dal IX secolo a.C. al IV secolo d.C. Quindi l’insediamento dei Celti golasecchiani nella zona precede di oltre 4 secoli l’arrivo dei Celti La Tène da oltralpe e numerosi ritrovamenti archeologici testimoniano la presenza della cultura di Golasecca e di La Tène nella zona (Olate di Lecco e Valsassina).
Nel 2005 ai Piani d’Erna gli scavi hanno portato alla luce il più antico sito di produzione metallurgica dell’intero arco alpino (II secolo a.C. – I secolo d.C.). I resti di forni fusori e di scorie di lavorazione comprovano che questa attività, che sarà poi per duemila anni tradizionale per Lecco, era allora già fiorente.
A Biassono sono affiorate le tracce della villa romana di S. Andrea con una grande cisterna per la raccolta delle acque e un «tesoretto» con oltre 2000 sesterzi. Decisamente interessanti sono i mosaici della villa romana di Robbiano di Giussano e la vicina necropoli di Cascina Gallazza, tra Robbiano e Verano.
A Capriano e a Brugora sono stati trovati, e ancora oggi si rinvengono, depositi di materiali di scarto provenienti da fornaci romane, organizzate con lavorazioni di serie. Nel territorio di Carate i rinvenimenti di materiali e testimonianze romane sono riaffiorati ad Agliate, alla Costa e a Realdino. Nella Brianza storica un luogo di primaria importanza è Cassago, l’antico rus Cassiciacum di Agostino, dove sorgeva la villa dell’amico Verecondo, che ha restituito una copiosa quantità di reperti litici e in ceramica.
Territorio abitato grazie alla presenza di acqua e cibo, fu una zona di palafitte e piccoli centri organizzati fin dall’Età del Bronzo.
Segnaliamo alcune aree archeologiche più importanti: una presso i Piani d’Erna e uno presso il parco archeologico dei Piani di Barra. Le tracce ritrovate che rimandano a popolazioni organizzate, che erano in grado di lavorare il ferro, sono rintracciabili nei musei archeologici del territorio Palazzo Belgiojoso di Lecco e Museo Civico Archeologico di Como che conservano questi preziosi reperti.
L’itinerario archeologico può interessare anche la visita all’Isola Comacina e al Museo dell’Antiquarium, seguendo la ricostruzione dei passaggi culturali degli abitanti della piccola isola di fronte ad Ossuccio.
Sito web Civico Museo Archeologico P. GIOVIO Como