“Un paese che chiamerei uno dei più belli del mondo” – aveva scritto Alessandro Manzoni nella prima stesura del suo romanzo. Parlava di Lecco, il “gran borgo” legato alle memorie della sua infanzia, che aveva scelto come teatro per i protagonisti della sua “storia cosi bella”.

Ad est del Lago di Como si estende Lecco, territorio austero dominato dal profilo di montagne portentose che fanno da sfondo costante al panorama. Raggiungono il massimo della spettacolarità nel loro precipitare netto sulle sponde del Lago di Como. Sono i giganti dei Piani Resinelli, che si propongono come centro alpinistico tra i più importanti d’Italia. Senza dimenticare i Piani d’Erna, ai piedi di quel Resegone che ispirò il Manzoni, cittadino illustre della città di Lecco.
Incamminiamoci, dunque, lungo i luoghi che hanno ispirato il poeta nel narrare le vicende di Renzo Tramaglino e Lucia Mondella e del loro matrimonio che “non s’à da fare”.

Sulle orme del Manzoni

L’itinerario manzoniano è una passeggiata che percorre i luoghi descritti da Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi. Si parte da Villa Manzoni, oggi museo, in località Caleotto che ospitò il grande romanziere negli anni della sua giovinezza. L’itinerario manzoniano prosegue poi nei rioni della parte alta della città. Per la strada che da Germanedo conduce a Olate c’è il luogo dell’incontro di Don Abbondio con i Bravi.  È simboleggiato da una cappelletta in via Croce. Nel rione di Olate ci sono la Chiesa di Don Abbondio e la presunta casa di Lucia. Un edificio risalente al XVII secolo. Nel limitrofo rione di Acquate c’è un’altra casa tradizionalmente attribuita a Lucia. Dalla casa si può vedere il Palazzotto di Don Rodrigo il quale “sorgeva isolato, a somiglianza di una bicocca, sulla cima di uno di quei poggi ond’è sparsa e rilevata quella costiera…”.

Pescarenico

Scendiamo verso il centro fortificato di Lecco dove incontriamo le vecchie mura del castello. Proseguendo verso il lago incontriamo il centro storico di Lecco con il torrione, ora Campanile, e la Torre Viscontea.
Si prosegue poi, seguendo l’Adda, verso Pescarenico “un gruppetto di case abitate per lo più da pescatori”. Qui c’è il convento di Frà Cristoforo e la chiesa dove Renzo e Lucia si recarono per chiedere aiuto al frate. Il convento è visitabile solo occasionalmente. Per completare l’itinerario manzoniano seguiamo la pista ciclopedonale che costeggia l’Adda. Giunti nel comune di Vercurago, possiamo ammirare ciò che rimane del Castello dell’Innominato. Nei pressi si può visitare il Santuario di San Girolamo.
Degno di nota è anche il borgo di Chiuso dove c’è la casa del sarto che ospitò Lucia e Agnese perseguitate da Don Rodrigo. Nella canonica, a poca distanza dalla Chiesa del Beato Serafino, avvenne la conversione dell’Innominato al cospetto del cardinale Federico Borromeo.