Villa Arconati
Si deve a Galeazzo Arconati (1592-1648), nobile milanese vicinissimo alla Santa Sede, se Villa Arconati è diventata villa di delizie, la Piccola Versailles.
Il capostipite della linea bollatese degli Arconati ampliò la struttura dell’antica villa, ne arricchì le collezioni e il patrimonio bibliotecario, gli arredi e le decorazioni, ne abbellì i giardini e il parco.
Chi è Galeazzo Arconati?
È Galeazzo, grande intenditore e appassionato d’arte, che nel 1622 acquista i 13 volumi di scritti, tra cui il Codice Atlantico, di Leonardo da Vinci da lui donato nel 1637 alla Biblioteca Ambrosiana, dove è attualmente conservato.
A Castellazzo fa collocare gli splendidi bassorilievi del monumento funebre a Gastone di Foix, duca di Nemours e nipote di Luigi XII, realizzati dallo scultore Agostino Busti detto il Bambaia, più volte visionati da Antonio Canova. Oggi lo ritroviamo ricomposto al Museo del Castello Sforzesco di Milano. E ancora, fece arrivare da Roma, con un grande sforzo finanziario ed organizzativo, la statua di Pompeo, ai piedi della quale tradizione vuole sia stato pugnalato Giulio Cesare.
Villa Arconati, conosciuta popolarmente come il complesso del Castellazzo rappresenta un’unità eccezionale nella Brianza milanese, composta da estesi boschi, brughiere, campi agricoli, all’interno dei quali sorge una grandiosa villa barocca con il suo borgo.
Il suo giardino alla francese conserva intatte le lunghe carpinate, secondo schemi rigorosi e pregiati.