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Premana
Premana, il filo sottile fra passato e presente.
Un paese che porta ancora con orgoglio le proprie tradizioni e la propria storia, un paese incastonato fra le montagne, un posto ricco di bellezza e senso di appartenenza.
Premana sorge su un terrazzo morenico che si affaccia sul versante destro del torrente Varrone circa 1000 m. s.l.m., appesa sulle basse pendici del Monte Legnone e Pizzo Alto, nelle Prealpi Orobiche che dividono la Valsassina dalla Valtellina. Il paese è facilmente raggiungibile dal versante lecchese del lago di Como.
Una realtà viva e prosperosa
In questo paese la caratteristica etnica è rimasta a tutt’oggi assai evidente, tanto più che la popolazione, in pieno benessere per il singolare fiorire dell’arte della costruzione di lame da taglio, ha un particolare attaccamento alle proprie tradizioni e cerca gelosamente di proteggerle e di mantenerle.
Premana è una realtà viva, prosperosa ed economicamente autonoma. Il borgo, costruito su un’altura con le case addossate le une alle altre, ebbe funzione difensiva nel III secolo d.C, quando l’Impero Romano si avviava al declino. Per evitare che i popoli barbari invadessero Dervio e la Valsassina, si ipotizza che esistesse una torre di avvistamento dove sorge l’attuale campanile della Chiesa Parrocchiale.
Lavorazione del ferro e produzione artigianale
Nel corso dei secoli Premana iniziò a vivere e a creare un proprio sistema socio-economico. Agricoltura, allevamento ed artigianato sono state fondamentali per la crescita del paese, ma a segnare la sua storia sono state soprattutto la lavorazione del ferro e la produzione artigianale e industriale di forbici e coltelli. La ricchezza dei boschi per la produzione di carbone, l’abbondanza di acqua per azionare le fucine e le vene di siderite dell’alto Varrone e di Artino, favorirono già a partire dal 1200 la siderurgia, che cominciò a fiorire in modo significativo in tutta la Valsassina, soddisfacendo la crescente domanda di ferro dell’industria milanese delle armi.
Un periodo buio si verificò nel 1845, quando l’ultimo forno chiuse. I metodi di estrazione dei minerali ancora primitivi e la necessità di ricercare un combustibile alternativo al carbone di legna, furono determinanti. Costretti alla necessità di emigrare, i premanesi portarono un po’ ovunque la loro manualità e la loro arte: a Venezia, a Verona, a Bergamo, a Carrara. Fino a quando, nel 1869, Ambrogio Sanelli decise di tornare al paesello, di rimettere in moto un’antica ruota di acqua e di costruire lame da taglio.
Il miracolo di Premana si registrò nel secondo dopoguerra. Il forte attaccamento alle origini dei 150 giovani tornati a casa dai campi di prigionia, li incoraggiò a riprendere in mano queste attività, mai sfiorati dall’idea di abbandonare il proprio paese e le proprie radici.
Oggi Premana esporta in tutto il mondo. Gli investimenti della popolazione sul proprio territorio, il tempo e la dedizione al lavoro artigianale, un’economia locale funzionante e indipendente negli anni hanno plasmato, mantenuto e valorizzato l’identità premanese, ancora viva e attuale.
Premana è autenticità e semplicità
Ogni premanese si rispecchia nei riti religiosi, negli eventi e nella cultura locale, nelle tradizioni che da secoli vivono. Uno di questi è il Past, un abbondante pranzo consumato in compagnia da tutte le famiglie di un determinato alpeggio, in una sera che precedeva di poco la demonticazione.
Il Past è una festa tradizionale caldamente sentita. È occasione di abbondanti mangiate, riunioni tra amici, buon vino, canti in compagnia. Si svolge in ogni alpeggio durante la stagione estiva, generalmente con data fissa.
Il territorio di Premana ha tanto da raccontare.
Ricordi di storia locale e delle grandi guerre, flora e fauna incontaminata e varia. E ha tanto da offrire, escursioni adatte a tutti immersi nel verde, gli alpeggi ancora vivi nelle vallate, i monti e le cime da cui godersi panorami mozzafiato.
Oltre alle forbici e coltelli, Premana è salita alla ribalta internazionale anche per lo sport.
Ogni ultima domenica di luglio di ogni anno, nato come scommessa nel 1961 su un percorso che unisse i 12 alpeggi del territorio premanese, il Giir di Mont è cresciuto fino a diventare tra le più blasonate gare di mountain running a livello nazionale e internazionale.
I 32 Km di gara rappresentano allo stesso tempo una sfida ardua ed un paesaggio affascinante ed il calore unico del pubblico premanese eleva il tutto ad un’esperienza unica per ogni concorrente.
Nel secondo week end di ottobre, Premana rivive l’antico.
È una manifestazione biennale che attira visitatori da tutta Italia. Il paese torna indietro di 100 anni, i premanesi vestono i vestiti di allora, si immedesimano nei mestieri di un tempo, cantano su un percorso che parte dalla zona industriale di Giabbio e raggiunge la Piazza della Chiesa. Durante la camminata, si mangiano piatti tradizionali, si beve vino, si impara e si scopre come si viveva un tempo e cosa rimane oggi della quotidianità di allora. È una grande festa a cui siamo tutti invitati.
La sera del 5 gennaio ha luogo la Cavalcata dei Tre Re, per celebrare l’Epifania.
Il tradizionale corteo vede i Magi a cavallo percorrere il centro storico accompagnati dalla folla e dai cori nel Canto della Stella, una rappresentazione in cui si unisce sentimento religioso e fascino della tradizione. Si tratta di una processione guidata da tre giovani a cavallo, tre coscritti dell’anno, che, travestiti da Re Magi, percorrono le vie del borgo secondo un itinerario tradizionale. Il corteo si ferma in punti prestabiliti, davanti a case a cui si intende rendere omaggio ed a ogni tappa intona alcune strofe del Canto dei Tre Re, che rievoca la storia dei Magi venuti in adorazione di Gesù bambino.
La processione ha termine nella piazza della Chiesa Parrocchiale dove è allestito il presepe vivente. Arrivati davanti alla capanna di Gesù i Magi e tutto il corteo intonano le ultime strofe del canto. Alle voci dei tre Re si uniscono le centinaia di voci dei partecipanti, che affollano gli stretti vicoli del borgo. A cantare è il paese intero che, con lo sguardo rivolto verso i Magi, attraverso il canto diventa a sua volta protagonista del Rito.