Ponte Azzone Visconti

Ponte
Azzone Visconti

Il Ponte Azzone Visconti, noto anche come Ponte Vecchio, è uno dei simboli della città di Lecco e fu costruito tra il 1336 e il 1338 per volere di Azzone Visconti Signore di Milano, da cui prende il nome. Sorge, come scrive il Manzoni, nel punto “in cui il lago cessa e l’Adda ricomincia”.

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Ponte Azzone Visconti

Ponte Azzone Visconti – chiamato anche Ponte Vecchio.

Di importanza strategica per la vicinanza con il confine veneziano, controllava l’accesso a Lecco dalla strada per Milano e la via fluviale dell’Adda. Al tempo delle vicende dei Promessi Sposi, il ponte era ancora fortificato e presidiato da una guarnigione con un proprio autonomo comandante.

Costruito tra il 1336 e il 1338 da Azzone Visconti, signore di Milano, era dotato di una rocchetta, di una torre centrale e di un’altra più grande verso Lecco, mentre le due testate erano munite di un rivellino. Il ponte era difeso anche da tre ponti levatoi, posti in corrispondenza delle fortificazioni, ed era armato di bombarde e spingarde. Al di sopra si trovava un edificio fortificato dove viveva un castellano. A sud-est erano invece collocati il sopravvissuto mastio del castello e la porta che dava verso Bergamo, passando quindi dal rione di Chiuso dove erano ubicati il confine con la Repubblica di Venezia e la relativa dogana.

Storia

Il Ponte Vecchio svolgeva funzione di collegamento, per il trasporto di uomini e merci, ferro, tra Lecco, la Valsassina e il Ducato di Milano. Nel Seicento chi vi transitava doveva pagare un pedaggio gestito da un consorzio formato da una dozzina di comproprietari appaltatori, nobili lecchesi e milanesi, oltre al convento delle Benedettine del rione di Arlenico.

Le tariffe erano piuttosto elevate, come ovunque in quell’epoca di emergenza finanziaria per lo Stato.  Dopo le guerre combattute, il ponte era rimasto gravemente danneggiato e, nei primi anni del Seicento (1600-1608), venne ristrutturato su incarico del Governatore spagnolo. La sua importanza strategica ed economica sarebbe perdurata per secoli, fino all’ultima battaglia combattuta e vinta dagli austro-russi della Santa Alleanza contro le truppe francesi.

In quell’occasione i francesi fecero saltare un’arcata per rallentare il passaggio dei nemici e darsi alla fuga e tale danno sarebbe stato riparato solo dopo la fine del dominio napoleonico. In segno di ringraziamento per la vittoria, venne eretta una cappelletta al centro del ponte, come risulta dalle stampe dell’epoca. La rocca, invece, cadde in rovina e non fu più restaurata. Originariamente il ponte aveva otto arcate, poi portate a undici su richiesta dei comaschi. Nell’Ottocento l’abolizione della piazzaforte militare di Lecco diede il via libera a molte modifiche apportate con la volontà di agevolare i transiti. Le torri laterali vennero demolite per facilitare il passaggio dei carri.

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