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Ponna
Ponna è un comune della Val d’Intelvi ed è uno dei più piccoli comuni della zona, sia come estensione che come frazioni.
Il paese Ponna fu abitata in epoca romana come si rivela da una tomba scoperta a Ponna Inferiore. Essa conteneva un’olla grande di terra cotta e un’idria che si trovano ora nel civico Museo archeologico di Como. Dei primi tempi cristiani abbiamo un avello sepolcrale nelle fondamenta di una casa che sorge nel centro di Ponna Inferiore. Su questo avello si vede scolpita in rilievo una croce bizantina.
Le principali attività svolte dalla popolazione sono quella agricola e quella artigiana. Qui vivono poco più di 300 persone in uno scenario che sembra una cartolina d’altri tempi con strade strette, case di pietra e antichi lavatoi. Sulle case spesso si trovano stucchi, segni del passaggio degli artisti della Valle Intelvi. Negli alpeggi vengono sapientemente realizzati tomini di capra, formaggi ed insaccati come la pancetta artigianale.
Medioevo
Nei tempi di Medioevo, Ponna fu sotto la giurisdizione di Como e successivamente dei Visconti i quali lo cedettero a feudo ai Rusconi con tutta la Valle Intelvi nel 1416. Nel 1583 lo ebbero i Marliani e nel 1713 passò ai Conti Riva Andreotti. Nel 1917 inizia il risveglio di Ponna con la costruzione della carrozzabile Laino – Ponna – Boffalora – Pigra. È questa una zona tuttora non sfruttata, che, con il Tellero e il Boffalora, rivela panorami e zone alpine di alto interesse turistico.
Gli abitati di Ponna conservano ancora le antiche strade strette e ripide, acciottolate, gradinate nella posizione maggiormente esposta al sole, perché lo spigolo dei gradini e la temperatura favoriscano lo scioglimento delle nevi. La carenza di spazi edificabili ha fatto sì che nei tre centri si sia conservato il nucleo originario con edifici bassi, addossati fra loro e con finestre molto piccole, riccamente affrescati e decorati a graffito. Il dialetto ponnese, come del resto quello di tutto l’intelvese, si avvicina al ticinese. Quasi tutti gli edifici religiosi della valle hanno attraversato una fase romanica, anche se poi hanno subito rimaneggiamenti a causa delle successive scuole artistiche.
La chiesetta di San Bartolomeo
La chiesetta di San Bartolomeo
Chiare tracce romaniche si hanno a Ponna di Mezzo, nell’abside dell’oratorio di S. Bartolomeo. La chiesetta di San Bartolomeo fu fatta costruire dai monaci di S. Benedetto in Val Perlana, i quali avevano numerosi possedimenti in territorio ponnese. L’oratorio di San Bartolomeo risulta particolarmente interessante per i suoi caratteri romanici conservati sia nell’abside che nella navata e nella facciata. Con l’avvento del barocco, nel ‘500, si ebbero le prime ristrutturazioni delle chiese, tra le quali S. Giacomo a Ponna sopra.
Sempre di quel periodo è l’affresco di Ambrogio di Valsolda nella chiesa di S. Gallo. A questo punto è opportuno ricordare che al pari dei magistri comacini, gli intelvesi dettero vita ad una categoria di artisti a parte, quella dei magistri antelami. Alcuni magistri provenivano proprio da Ponna, in particolare Ottone e Buono della Pila.
Chiesa di San Gallo
Nel ‘700 originari di Ponna furono i Barelli, famiglia di valenti artisti tra i quali si trovavano pittori, scultori e scagliolisti. In particolar modo è importante Gallo Barelli che ha decorato la facciata della chiesa di S. Gallo. Ancora nel ‘700 abbiamo altre valide testimonianze artistiche. La Parrocchiale di San Giacomo, Ponna Superiore, è di origine romanica. La primitiva facciata fu incorporata nell’attuale. È dotata di affreschi e stucchi dei secoli XVIII e XIX. Si segnala l’altare in marmo policromo con tempietto.
La Chiesa di San Gallo e Desiderio, Ponna Inferiore, è preceduta da una Via Crucis con cappelle costruite nel 1756 e affrescate da C. Scotti nel 1771. Essa ci offre uno spettacolo singolare di scenografia architettonica paesana. Fu ideata da Carlo Barelli nel 1766, evocando un poco i Sacri monti prealpini. È d’origine romanica e, come molte altre chiese della valle, fu restaurata e ampliata nel ‘600 e nel ‘700. All’interno accoglie stucchi e affreschi settecenteschi dei Barelli di Ponna e della scuola del Quaglio.
Una menzione particolare merita la già più volte citata strada che sale dalla valle del Lirone, proveniente da Claino, strada che porta il nome di via 12 gennaio, data che ha un significato molto preciso. Fino al 1958 non esisteva ancora una via di comunicazione verso la valle e il paese soffriva di un isolamento. Così il 12 gennaio 1958 i ponnesi decisero di fare da soli e ogni domenica, chiamati a raccolta dalle campane e con i soldi delle loro tasche, costruirono la strada. Quello che fecero si può vedere tutt’oggi perché poco o niente è cambiato. Certo la strada non è molto agevole, ma testimonia comunque un impegno e uno spirito d’iniziativa non indifferente.
La casa delle bambole
Da segnalare anche un museo privato, La casa delle bambole. È gestito da una appassionata collezionista del piccolo comune di Ponna, Emma Bolla. Lei propone al pubblico la sua collezione in permanenza nella sede di via Vittorio Veneto 21. In questo museo c’è pressoché tutto il mondo rappresentato in forma di bambola. Sì, perché Emma Bolla vi ospita bambole amorevolmente collezionate da tutti i continenti. Nel museo ci sono bambole dal Canada, dal Perù, dalla Romania, e anche dall’Estremo Oriente. In tutto sono oltre trecento e realizzate nei materiali più vari. Il museo delle bambole è nello stesso antico edificio di Ponna che ospita un’altra collezione privata, il Museo della casa contadina.