Pescarenico

«È Pescarenico una terricciola, sulla riva sinistra dell’Adda, o vogliam dire del lago, poco discosto dal ponte: un gruppetto di case, abitate la più parte da pescatori, e addobbate qua e là di tramagli e di reti tese ad asciugare.»

Home | Ramo di Lecco | Pescarenico

Pescarenico

«È Pescarenico una terricciola, sulla riva sinistra dell’Adda, o vogliam dire del lago, poco discosto dal ponte: un gruppetto di case, abitate la più parte da pescatori, e addobbate qua e là di tramagli e di reti tese ad asciugare.»

Pescarenico è l’unico luogo di Lecco citato esplicitamente da Alessandro Manzoni nei Promessi Sposi. A Pescarenico lo scrittore ubicò il convento dei Cappuccini in cui vivevano Fra Cristoforo e fra Galdino. Da questo paesino, nella vicinanza della foce del Bione, un piccolo torrente locale che scorre finendo nell’Adda, si allontanerà in barca Lucia per fuggire dalle mire di Don Rodrigo. Sempre di Pescarenico è il pesciaiolo che porterà ad Agnese e Lucia notizie del loro paese natale, quando queste erano rifugiate a Monza.

Storia

Nel secolo XVII costituiva un villaggio ai cui abitanti era concesso il diritto di pesca nel tratto fluviale prospiciente il paese, ricco in fauna ittica. Le barche dei pescatori venivano tirate a secco nell’approdo vicino a Piazza Era, che era la piazza del quartiere. Nel 1576 alla presenza del governatore spagnolo Mendoza, cavaliere di Sant’Jago e governatore della piana di Lecco, venne costruito un convento di cappuccini per adempiere ad una loro richiesta di avere un altro convento oltre ai loro conventi di Bergamo, Domaso e Como, secondo lo storico Cesare Cantù il governatore in persona.

«…andò in giro col bacile a raccogliere limosine per quell’edilìzio. E si perpetuò l’usanza che ogni anno le parrocchie del territorio, alle rogazioni e a san Francesco, venisser processionalmente al convento a far un’offerta, e udire la messa cantata dal prevosto di Lecco; finché uno di questi, che poco se la dicea coi frati, interruppe la consuetudine».

Accanto al convento venne eretta la chiesa conventuale, dedicata, come il convento, a San Francesco. Il complesso venne affidato ai frati francescani, i quali lo adibirono ad alloggio per i confratelli. Con l’arrivo di Napoleone Bonaparte, nel 1810 il convento fu soppresso e la chiesa venne riattata, specie nella facciata, attribuita all’architetto Giuseppe Bovara, e dedicata a San Materno, associato più tardi a Lucia, presumibilmente in omaggio al Manzoni. Tra i documenti del Ducato di Milano, Pescarenico risulta parte del comune di Lecco già dal 1757.

Ancora oggi, passeggiando tra i vicoli, con le lucie adagiate sulla riva si respira “aria di storia” e la vista, se si guarda Pescarenico dall’altra sponda del fiume Adda, con lo sfondo del Resegone è davvero speciale.

Condividi questa storia, scegli tu dove!

Ti potrebbe interessare