Home | Valsassina | Parco Minerario di Cortabbio
Parco Minerario di Cortabbio
Parco Minerario di Cortabbio
Quello delle miniere di Cortabbio è un mondo magico e intriso di storia. Ogni visitatore, grande e piccino, può tornare a scoprire le meraviglie del sottosuolo e immedesimarsi in quegli anonimi uomini che hanno contribuito a colpi di piccone a valorizzare il nostro territorio.
Le nostre guide sono pronte ad accompagnarti in questo viaggio nelle miniere sul lago di Como. Con la riapertura delle miniere di Primaluna ora è possibile penetrare nelle viscere della Grigna. 1.000 metri di gallerie illuminate per viaggiare nel tempo e nello spazio, scoprendo un luogo ricco di fascino e storia. Qui, dalla metà dell’Ottocento si è estratta la barite, il solfato di bario. È una sostanza utile e preziosa impiegata nell’industria alimentare, quella della carta ed all’impiego in campo medico. Lungo il percorso che si snoda all’interno delle gallerie ci si imbatte in un ambiente straordinario. È ricco di colori imprevedibili e di preziosi reperti, come gli attrezzi utilizzati dai minatori nel loro duro lavoro. Se ne accorse anche Leonardo da Vinci, che tra il 1482 e il 1513, visitò in più occasioni queste zone.
Sul Codice Atlantico scrisse:
Ferro, rame, argento, piombo e altri minerali: la Valsassina ne è sempre stata ricca. Forni fusori, mantici, fucine, braccia forti e mani abili nel corso dei secoli hanno forgiato spade, chiodi, palle di cannone, attrezzi agricoli e tutto quello che dai metalli estratti e lavorati si poteva produrre. Per secoli il rumore dei magli è risuonato nella valle.
Ci immaginiamo una bella giornata di metà dell’Ottocento. Il signor Vanotti, maestro elementare, passeggia tranquillo nei boschi sopra Primaluna. Mentre cammina nota un affioramento di rocce bianche diverse dalle altre. Spinto dal suo spirito indagatore ne stacca dei pezzetti e li porta a Milano per farli analizzare. Così si racconta sia stato scoperto il grande giacimento di barite a Cortabbio. Da quel momento, e per più di un secolo e mezzo, ha dato lavoro e sostentamento a centinaia di persone. Nei primi tempi, il minerale veniva asportato direttamente dagli affioramenti. Poi vennero scavate delle gallerie nel fianco della montagna a livelli sempre più profondi, per accedere ai ricchi filoni inferiori e rendere più redditivo il lavoro di escavazione.
La visita prevede un percorso della lunghezza totale di circa 2 km, e avrà una durata stimabile in 1 ora e 30 minuti. Lungo il percorso si incrocia il bianco filone mineralizzato di barite e si raggiunge la maestosa caverna da dove si è estratto il minerale negli ultimi 30 anni. In alternativa, un percorso esterno di circa 2,5 km guida i visitatori alla teleferica ed ai vari imbocchi, fino a raggiungere le più antiche miniere dove ci si potrà affacciare sul profondo burrone lasciato dai primi scavi a cielo aperto.