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Museo Medardo Rosso
Museo Medardo Rosso
ll museo è dedicato allo scultore impressionista Medardo Rosso, che frequentava spesso Barzio come località di villeggiatura.
Nacque a Torino nel 1858 e nel 1875, terminati gli studi, raggiunse la famiglia a Milano. Dal 1879 svolse il servizio militare come caporale a Pavia, dove ebbe modo di frequentare gli ambienti della locale scuola di pittura. Al termine della leva militare prese studio a Milano, ma vendette le sue opere anche nel negozio di fotografia di Pasquale Vercesi nella galleria Vittorio Emanuele II.
A Milano, dove fu in contatto con l’ambiente della scapigliatura, frequentò l’accademia di Brera mostrando fin dai primi saggi la sua adesione al pittoricismo romantico. Si trasferì poi a Parigi per una ventina d’anni e qui strinse rapporti in particolare con Émile Zola e Auguste Rodin.
La sua ricerca, volta a esprimere in scultura una visione coloristica e luminosa d’impronta impressionista, rinunciò a ogni monumentalità o effetto statuario per una scelta di temi quotidiani, inizialmente caratterizzati dal costante riferimento al dato naturale di matrice positivista. Tendendo a soluzioni di grande sintesi plastica, Rosso sperimentò materiali, in particolare la cera, e tecniche quanto più sensibili agli effetti di luce e prossimi a quelli della pittura. Le sue opere, come delle successive creazioni di Rosso, esistono versioni nelle collezioni pubbliche d’arte moderna di Roma, Firenze, Milano, Torino, New York.
Dopo la sua morte, Francesco, con cui aveva ripreso i contatti nel 1907 dopo diciassette anni di lontananza, ne fu erede materiale e spirituale. Nel 1929 collaborò all’organizzazione della personale di ventisette opere al Salon d’automne e nel 1950 fece pubblicare la monografia curata da Mino Borghi.
Completò il progetto museale del padre, donando ventitré opere alla GNAM di Roma nel 1931, dove a Rosso era dedicata una sala monografica, e nel 1953 facendo acquistare il gesso di Ecce puer ritirato dal Luxembourg alla GAM di Milano, a cui donò nove opere.
Entrambe le donazioni comprendevano cere eseguite sotto il suo controllo. Francesco fece realizzare infatti una serie di fusioni tratte dai modelli originali, ritirati dagli studi del padre in boulevard des Batignolles a Parigi e in via Solferino a Milano e riuniti insieme all’archivio e al resto dei materiali nel Museo Rosso, fondato a Barzio nel 1934 e sistemato da Piero Portaluppi nella chiesa del paese.