Museo della Barca Lariana

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Museo della Barca Lariana

Il Museo della Barca Lariana, fondato nel 1982 all’interno di una filanda ottocentesca, raccoglie oltre 500 imbarcazioni e oggetti legati alla storia della navigazione sul Lago di Como.

Lo spazio museale si sviluppa su oltre 9mila metri quadrati, con diverse sale di esposizione disposte su tre edifici. Essi sono studiati per accogliere un patrimonio unico di oltre 500 imbarcazioni tra barche a vela, motoscafi fuoribordo, gondole, imbarcazioni tipiche lariane, vele, reti, remi e altro materiale nautico. Tutto è rigorosamente d’epoca e originale. Notevole è l’edificio d’epoca che ospita le mostre tematiche.

È un ex opificio che rappresenta da solo un’interessante esempio di archeologia industriale di fine ‘800. Lo scopo del Museo della Barca Lariana è quello di raccontare, attraverso la storia della nautica, un territorio ricco di storia e cultura. Le caratteristiche imbarcazioni del lago di Como raccontano la storia di questo specchio d’acqua che, accarezzato sempre da due venti contrari, ha consentito una navigazione certa quando la propulsione era costituita solo dal vento e dai remi.

Passione del Gian Alberto Zanoletti

Grazie all’opera del presidente, l’ing. Adolfo Premoli, e dell’infaticabile suo vice, Gian Alberto Zanoletti, sponsorizzati dall’Assessorato alla Cultura della regione Lombardia, si sono lanciati in questa avventura. Avuto a disposizione a Pianello del Lario lo stabile di una vecchia filanda. Vi si sono sistemate le barche a mano a mano raccolte.

Nato nel 1943, Gian Alberto Zanoletti, Marchese di Rozzano, passa sin da piccolo le sue vacanze estive sul lago di Como, dove da adolescente inizia a frequentare vecchi pescatori e maestri d’ascia. A 12 anni riceve come regalo il suo primo dinghy. Si appassiona alle regate veliche e alla motonautica. La sua voglia di fare, lo porta a bruciare le tappe. A soli 17 anni partecipa alla competizione nautica 100 miglia del lago. Il 2 ottobre 1970 batte il record mondiale di velocità della propria categoria. Da molto giovane inizia la sua collezione di imbarcazioni in legno, ben consapevole che queste rappresentino la memoria del lago. Barche a vela, motoscafi, gondole, comballi, navette, barche da lavoro. Nulla scappa all’occhio esperto del Marchese che raccoglie negli anni centinaia di vecchie signore di legno, oggetti, fotografie e racconti.

La raccolta della Barca Lariana

Per non perdere questo patrimonio culturale, nel 1976 si è costituita un’associazione di amici che avevano già recuperato alcune barche locali. Si pensò che, unendo gli sforzi, si potessero raccogliere le tipologie di imbarcazione ancora esistenti sul lago. Nel 1982 è stato deciso di dare un certo ordine alla raccolta, corredandola di materiale illustrativo, in modo da offrire una visione più completa e poter quindi aprire la raccolta al pubblico. Una raccolta d’inestimabile valore che si propone di raccontare la storia della nautica in un territorio, Lago di Como in particolare, ricco di storia e cultura. La realizzazione di questo museo lariano ha visto una larghissima partecipazione di barcaioli e pescatori. Fondamentale è risultato l’apporto dei diversi cantieri. Inoltre ha anche avuto lo scopo di far capire l’importanza di reperti di questo tipo a chi ancora ne possiede, invogliandolo così alla conservazione o a contribuire alla collezione museale.

Gli scafi

Nelle diverse sale del museo, si possono ammirare le imbarcazioni che rappresentano i diversi aspetti sviluppatisi su questo lago. Si va dalla marineria tradizionale derivante dai trasporti e dalla pesca, alla marineria da diporto e alla motonautica che qui ha mosso i primi passi. La più nota tra le barche da pesca del lago è oggi il batèl. Ormai è conosciuto come la barca di Renzo e Lucia e denominato più semplicemente lucia. È la barca che ancora si può vedere navigare sul nostro lago.

Un’attività fiorente sul lago era data dal contrabbando e, prima della comparsa del motore, durante la notte si svolgevano delle vere e proprie gare a colpi di remo fra i contrabbandieri ed i finanzieri. Per quest’attività venivano impiegate delle particolari imbarcazioni adatte alla voga veloce. Queste barche de sfrusà, venivano costruite in economia, così da non rimpiangere l’eventuale forzato abbandono. Il sedile di voga era fisso in modo da non fare rumore e i remi venivano rivestiti di canapa. È da queste imbarcazioni che è derivata l’agile e veloce barca da voga, che ha trovato diffusione sul lago per la pratica sportiva. Oggi a Pianello sono previste visite guidate su appuntamento. Il museo è ormai ben conosciuto anche all’estero, specialmente in Inghilterra ed in America.

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