La chiesa di San Giorgio – Annone
La prima edificazione dell’antica chiesa di San Giorgio ad Annone viene attribuita attorno alla fine dell’XI sec. È il periodo di diffusione del culto e della devozione al Santo da parte dei Benedettini i quali usufruivano dell’edificio religioso probabilmente come piccolo Oratorio.
Adagiata su di un colle è monumento nazionale. Restaurata ultimamente, è un altro gioiello dopo San Pietro al Monte di Civate. Questo sorge sulla suggestiva collinetta, da cui si domina il paese, circondata da fertili terreni. Tale era infatti, il costume monacale dell’epoca: insediarsi in una località invitante al raccoglimento e alla preghiera e nello stesso tempo poter alternare la vita contemplativa col lavoro dei campi. Una seconda ricostruzione della chiesa di San Giorgio si ebbe alla fine del Quattrocento. Si realizzò ad un’unica navata con abside quadrangolare orientata ad est e la facciata d’ingresso ad ovest. L’aggiunta delle cappelle laterali cinquecentesche e dell’ossario settecentesco trasformarono definitivamente il preesistente oratorio nell’attuale chiesa.
Architettura
La parte più antica di questo originale complesso architettonico è il campanile. Si erge sul lato sinistro adiacente all’abside. Ha la base costruita in pietra molera. Nella parte superiore, suddivisa in riquadri coronati da archetti pensili, si aprono piccole monofore e strette feritoie. Questi caratteri ne evidenziano la sua origine risalente alla fine del XI secolo. La presenza di un ciclo affrescato nella cappella maggiore, attribuito al Maestro della Pala Sforzesca, verso la fine del 1500, ne fanno un capolavoro. Qui si trova un unicum prezioso nel grande polittico in legno con scene della passione, ante dipinte con la resurrezione e i Santi San Giorgio ed Andrea.
La facciata esterna della chiesa di San Giorgio ad Annone comprende un caratteristico portone settecentesco e il grande rosone sovrastante, in cotto fortemente strombato, che lascia penetrare la luce all’interno. Sul lato sinistro ed esterno della chiesa, ad un livello più basso, sorge una singolare cappella votiva con portichetto poligonale a due arcate sostenute da una colonna in serizzo. Costruita tra il 1730 ed il 1756 fungeva da ossario. Al suo interno, infatti, si conservavano disposti in fila sull’altare dei teschi autentici recuperati durante gli antichi scavi.
Ai lati, nella prima metà del 1500, vengono edificate due ampie cappelle rettangolari. Quella di sinistra è voluta dalla famiglia dei Careni, un tempo denominata di S. Ambrogio poi, con la successiva suddivisione in due ambienti più piccoli, di S. Giorgio e S. Rocco. Quella di destra è di S. Giovanni Battista, con abside poligonale con apertura superiore a forma di croce, per opera dei fratelli Giovanni Andrea e Giovanni Angelo Annoni che la fecero ornare con un bellissimo polittico. Infine in appoggio alle murature della suddetta cappella e della navata quattrocentesca si realizzerà nel Settecento la sacrestia.
L’Ancona della Passione
L’Ancona della Passione è un grande polittico in legno scolpito e dipinto. Fu realizzata intorno alla metà del XVI secolo e commissionata dal nobile Giovanni Andrea Annoni per la cappella di famiglia. In essa si alternano pitture e sculture narranti la drammatica vicenda della Passione. La sua struttura è data da due elementi distinti e sovrapposti, la predella e l’ancona vera e propria. Sul primo sono dipinti gli episodi del Bacio di Giuda e la Cattura di Gesù, l’Ultima Cena e Cristo nell’Orto del Getsemani separati da pilastri finemente intagliati e dorati.
Nel secondo troviamo, invece, un doppio ordine di scene scolpite con notevole rilievo e sorprendente ricchezza di dettagli. Le due ante dell’ancona, chiudibili ad armadio, raffigurano nella parte interna la Resurrezione di Cristo a sinistra e il Giudizio Universale a destra. All’esterno si può notare rispettivamente S. Giorgio col drago e S. Andrea col committente.
Negli anni scorsi, presso il Museo Diocesano di Milano, l’opera è stata sottoposta a un delicato intervento di restauro. Il restauro ha rinvenuto in più punti il marchio di Anversa, raffiguranti due mani nere, attestandone la provenienza da una bottega di quella città.