Buco del piombo
Il Buco del Piombo è una imponente grotta naturale situata a quasi 700 metri di altezza e originatasi grazie a fenomeni di tipo carsico, frequenti in alta Brianza.
È situata vicino alla località detta Alpe del Viceré collocata all’interno della Riserva naturale Valle Bova. Un vero e proprio museo a cielo aperto per tutti gli appassionati di speleologia. Originata dall’azione della pioggia sulla roccia sedimentaria, che altro non è se non il fondo di un antico oceano dell’era Mesozoica, la grotta è il punto d’ingresso di un intricato sistema di gallerie che si sviluppano sotto l’Alpe del Viceré.
È un luogo mitico e magnetico, l’ingresso è colossale, paragonabile per dimensioni al Duomo di Milano. Si apre su una bianca parete verticale con una imboccatura di dimensioni ciclopiche: 45 metri di altezza e 38 di larghezza.
Le gallerie nel Buco del Piombo
La galleria visitabile è lunga 400 metri. Il resto della grotta, accessibile agli speleologi è lungo qualche chilometro, costituendo un sistema carsico composto dalle grotte Buco del Piombo, Grotta Lino e Grotta Stretta esteso per circa 6.500 metri. Le gallerie presenti nel Buco del Piombo sono state scavate nei millenni dal corso d’acqua che ancor oggi scorre nel suo interno. Dentro si possono trovare le consuete stalattiti e stalagmiti, oltre che flora e fauna tipici di questi ambienti stabilmente scuri e umidi, con temperatura costante tutto l’anno.
Nel corso delle varie esplorazioni, sono stati ritrovati numerosi resti d’interesse paleontologico appartenenti all’Ursus Spelaeus, nonché selci e utensili lasciati da cacciatori nomadi fin dall’era paleolitica. Sono stati trovati anche vasi, cucchiai ed una moneta di bronzo risalenti a tempi molto più recenti (III secolo d.C.) e conservati oggi nel Civico Museo di Erba.
L’orso delle caverne fu infatti il principale abitatore di questa caverna nell’ultimo periodo glaciale e di questo animale sono stati rinvenuti numerosi resti ossei all’interno della grotta. Le mura che si ergono nell’androne sono state datate alla metà del VI secolo d.C. e documentano una continua presenza umana in epoca tardo romana e medioevale, fino al XVI secolo. Il luogo fu infatti usato come fortino difensivo nei periodi di guerra. Durante il periodo tardo-romano avrebbe fatto parte di un sistema di torri di segnalazione di cui facevano parte anche le fortificazioni di Lecco, di Castelmarte, del Baradello, del Colle di San Maffeo e di Castelseprio.
Per raggiungere l’ingresso della grotta è necessario salire i circa 200 gradini che compongono la scala di accesso, scavata direttamente nella roccia e che un tempo ne rendevano difficoltoso e pericoloso l’accesso.
Per la sua maestosità e importanza, il Buco del Piombo è stato spesso meta di visite e di studiosi e villeggianti sin dall’800. Si ricorda in particolare la regina Margherita di Savoia e prima ancora dal Viceré Ranieri d’Austria.
L’accesso, che sorge su proprietà privata, è rimasto chiuso per molti anni fino all’accordo con il comune che ne ha consentito la riapertura.