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Gianni Secomandi

Gianni Secomandi, artista al di fuori del sistema dell’arte convenzionale.

Gianni Secomandi nasce a Vercurago dove ha vissuto e lavorato. Frequenta l’Accademia Carrara di Bergamo, dove ha come maestro il novecentista Achille Funi, che lo indirizza a una pittura figurativa classica.

Incoraggiato e stimolato da Lucio Fontana, il giovane Secomandi approfitta della crisi del linguaggio pittorico tradizionale per usare materiali compositi quali lamiera, alluminio, rame, stagno, ed altri che, assemblati con geniale raffinatezza, concretizzano una nuova interpretazione della luce e dell’ombra.

L’artista dopo le prime esperienze figurative, naturale evoluzione delle riflessioni post-Accademia, inizia a battere coraggiosamente nuove strade, dando inizio ad un nuovo e personalissimo stile.

È quasi impossibile trovare nella sua opera ascendenze, rimandi, riferimenti o tracce di altrui eredità, segno inequivocabile di un’assoluta padronanza della propria idea.

Anni sessanta

È dei primi anni Sessanta l’uso dello specchio, con conseguente analisi sulla riflessione delle cose e sulla rifrazione della luce. Sempre padrone assoluto dei bianchi e dei neri, inizia verso la fine degli anni Sessanta a studiare stelle, costellazioni ed insiemi astrali che imprime sopra la carta emulsionata o su altri materiali fotosensibili.

L’hobby tecnologico della visione col telescopio diventa hobby culturale, espresso in una serie di opere di grande fascino. Subito dopo Secomandi dedica la sua attenzione all’ “occhio”, inteso come macchina per vedere sia nel micro che nel macro-cosmo; bianco-nero, luce-ombra, riflessi e/o rifrazioni: occhio.

Scopre contestualmente il fascino di strumenti ottici come i cannocchiali, i sestanti, l’astrolabio o di misura del tempo come le meridiane, ne assorbe tutta la suggestione e le ripropone come marchingegni godibilissimi; nasce una serie di piccole sculture.

Negli ultimi anni si riappropria del colore; il suo cromatismo è affidato a una grafia fatta di segni rapidi, quasi appunti scritti con matite colorate, densi di fascino espressivo e totalmente privi di indulgenze descrittive. In galleria sono esposti “specchi”, “occhi”, “idee stellari” ed altre opere di uno dei periodi più fecondi dell’artista.

Inizia l’attività espositiva nel 1959 con la Galleria La Permanente di Firenze e successivamente, nell’arco di un ventennio collabora con Prisma, Pater, Cadario, Falchi, Vinciana di Milano intervallando numerose altre mostre in tutta Italia.

Ha tenuto numerose personali anche all’estero: New Vision Centre Gallery, Londra; Armony Gallery, New York; Galerie Kasper, Losanna; Art Centrum, Bratislava, Zilina, Brno e Praga. Ha ricevuto il “Prix du Public”, Rassegna Internazionale Peinture Abstraite 1962 Galerie Kasper, Losanna e Premio Juan Miro 1967, Barcellona. Presente con il Gruppo Numero di Fiamma Vigo di Firenze nelle più importanti rassegne d’arte d’avanguardia.

Una sua opera si trova presso la N.A.S.A. quale omaggio di Gianni Secomandi agli astronauti della missione Apollo 11 che per primi posero piede sulla luna. A lui è stata intitolata nel 1983 la Biblioteca Comunale di Vercurago. Nel 1984 gli viene dedicata una ampia retrospettiva a Villa Manzoni, Lecco. Sue opere si trovano in collezioni sia in Europa che in America.

Gianni Secomandi è stato uno degli artisti più interessanti della scena culturale nazionale degli anni Sessanta/Settanta. La sua ricerca, complessa e coerentissima, ha saputo interpretare con sguardo personale le tendenze più d’avanguardia in voga in quel periodo, pur conservando una rara e preziosa autonomia.

Personaggio schivo e fuori dal sistema di mercato, Secomandi è un artista tutto da riscoprire e senza dubbio da rivalutare.

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