Chiesa di Agliate

Un antico centro di probabile origine romana

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Chiesa di Agliate

Agliate è nota soprattutto perché vi si trova la Basilica dei Santi Pietro e Paolo, romanica, costruita tra il X e l’XI secolo sui resti di un antica chiesetta.

La Basilica (Chiesa di Agliate), disposta su tre navate, ha un notevole ciclo di affreschi alquanto danneggiati. Nel complesso della basilica si trova un Battistero con una peculiare pianta a nove lati. Due dei quali ne costituiscono la parte absidale, sovrastata da una cupola a otto spicchi. La costruzione del battistero risale all’inizio dell’XI secolo. Secondo la tradizione però, è stato fondato intorno all’880 dall’arcivescovo Ansperto da Biassono. Anch’esso in origine era riccamente decorato con affreschi dei quali oggi rimangono solo poche tracce.

All’interno vi sono ancora i resti di una vasca per il battesimo ad immersione. Il ritrovamento, nei pressi della Basilica, di alcuni massi cupelliformi fa presumere che la zona fosse utilizzata per riti religiosi propiziatori o funerari fin dalla preistoria. La sua collocazione geografica fa supporre che in origine ci fosse un insediamento palafitticolo. La zona si trovava al limite del grande lago EupilIi, lago di origine morenica del quale rimangono tracce nei laghi di Oggiono, Pusiano e Alserio.

Agliate

All’epoca dell’insediamento dei Galli Insubri ad Agliate si stabilì un importante clan. Il paese divenne capoluogo di un distretto celtico. Intorno al VI secolo, probabilmente per l’azione di Sant’Ambrogio, vi fu costruita una chiesetta. Agliate divenne “Capo pieve”, ovvero l’unica località nella pieve in cui poteva essere amministrato il battesimo. Agliate fu un antico comune del Milanese registrato agli atti del 1751 come un villaggio di 120. Alla proclamazione del Regno d’Italia nel 1805 risultava avere 200 abitanti.

Nel 1809 il municipio fu soppresso per regio decreto di Napoleone che lo unì a Costa. Poi successivamente si unì a Carate, ma il Comune di Agliate fu restaurato nel 1816 dagli austriaci dopo il loro ritorno. Nel 1853 risultò essere popolato da 345 anime salite a 390 nel 1861. La definitiva soppressione del municipio avvenne con un regio decreto di Vittorio Emanuele II del 1869 che lo aggregò nuovamente a Carate seguendo l’antico modello napoleonico.

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