Caprino Bergamasco

Caprino Bergamasco ha la sua storia millenaria che si intreccia con quella di tante personalità illustri, con i suoi musei, i palazzi e l’antico borgo, i sentieri che si snodano in ambienti di valore naturalistico.

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Caprino Bergamasco

Il borgo di Caprino Bergamasco ha una storia molto antica. In epoca romana era un rinomato centro ed era considerato il capoluogo della Val San Martino.

Era costruito sull’importante via di comunicazione che univa le città di Bergamo e Como. Questo garantì per anni splendore al borgo che si sviluppò notevolmente grazie ai commerci. Il primo documento che attesta l’esistenza del borgo risale al 962. Re Berengario II mappa i terreni presenti nel suo demanio, tra i quali è compreso Caprino. Nel pieno del Medioevo, Cavrì si trovò al centro degli scontri tra le opposte fazioni dei guelfi e dei ghibellini. Ancora oggi sono in parte visibili una serie di fortificazioni.

La repressione

Tra i tanti scontri va ricordato quello in cui venne ucciso Ambrogio Visconti, parente di Bernabò. Ciò determinò la terribile repressione di suo padre, Bernabò Visconti, che venne di persona devastando e depredando il territorio. Dopo quattro giorni di lotta, gli ultimi ribelli rifugiatisi nel Monastero di Pontida, si arresero dopo aver ottenuto la promessa di aver salva la vita. Bernabò invece fece immediatamente decapitare dal primo all’ultimo i 52 ribelli insieme a due monaci che li avrebbero ospitati. Distrusse le facciate, l’abside, il campanile della chiesa ed il cenobio del monastero. Diverse reliquie e suppellettili furono predate e trasferite nella cappella del castello di Pavia.

La rinascita

Caprino diventa un centro importante dopo la Pace di Ferrara del 1433. Il territorio, conteso a lungo tra Milano e Venezia, viene definitivamente assegnato alla Serenissima con il confine segnato dal fiume Adda. Da quel momento il borgo diventa il centro della Val San Martino. Qui risiede il Commissario Veneto che amministra la giustizia. Per oltre 400 anni Caprino e tutta la Val San Martino gode un lungo periodo di pace e prosperità. Questa tranquillità interrotta da alcune carestie e pestilenze come quella del 1630 narrata da Alessandro Manzoni nei suoi Promessi Sposi. Nei secoli successivi Caprino Bergamasco inglobò i vicini comuni di Celana, Formorone, Perlupario, Opreno e Sant’Antonio d’Adda assumendo l’attuale conformazione territoriale.

Luoghi da visitare

È un paese piccolo, ma storicamente interessante. Tra i luoghi che meritano una visita troviamo la chiesa di San Biagio, costruita nel XVIII secolo su modello della chiesa di San Fedele a Milano. Lungo la via principale del centro storico si possono vedere diversi palazzi nobiliari. Su tutti citiamo il Palazzo Sozzi datato 1700 e la torre del 1260. Infine, il Museo di Scienze Naturali Don Bernardino Gavazzeni. Da visitare infine Celana e la sua parrocchiale con una pala di Lorenzo Lotto.

Il Collegio Celana

Il Collegio Celana, fondato nel 1566, era la scuola cattolica più antica d’Italia. Voluta da San Carlo Borromeo per lo studio della grammatica annovera alunni celebri come Angelo Roncalli, che tutti conoscono come Papa Giovanni XXIII. Celebri professori hanno dato lustro all’Istituto e prestigio al paese, attirando studenti non solo dalla bergamasca ma anche dalla Brianza e da altre regioni italiane. Per i loro studi si servono delle pregevoli raccolte di libri della Biblioteca Mandamentale, accresciuta per loro da classici latini ed italiani. Nel 2013 ha chiuso, e con lui, la sua storia.

Periodo di sviluppo

Tra il Settecento e l’Ottocento Caprino Bergamasco raggiunse il periodo di massimo sviluppo. In tale periodo il paese ha un notevole sviluppo architettonico perché scelto come luogo di villeggiatura da nobili e borghesi. Questi vi costruiscono prestigiosi palazzi con grandi giardini di delizia e decoro. Anche Antonio Ghislanzoni trascorre a Caprino i suoi ultimi anni di vita. Egli porta una ventata di innovazione e Caprino per qualche anno ha anche un giornale, La Posta di Caprino.

Il Caffè Pagani è il salotto buono dove si ritrovavano musicisti, come Giacomo Puccini, letterati, come Neera ed altre personalità della cultura e della politica. Molto importante era anche il Mercato di Caprino. Ad esso affluivano da tutta la zona per il mercato dei bozzoli dei bachi da seta. Non a caso in località Filatoio fu costruita un’importante filanda, la seconda di tutta la provincia di Bergamo, quella dei Conti Sozzi.

Biblioteca Mandamentale

La Biblioteca Comunale è situata al pian terreno del Palazzo Municipale già Palazzo Mallegori (Sec. XVIII). Nell’Ottocento era residenza della pittrice contessa Teresa Mallegori (1806-1862), fervente mazziniana. Il Palazzo è sede anche della Biblioteca Mandamentale, uno dei gioielli di Caprino. Oltre seimila volumi in gran parte provenienti dal lascito che il sacerdote Carlo Rosa di Carenno fece ai comuni della Val San Martino nel 1810. Egli stabilì che gli stessi libri dovessero essere conservati a Caprino. Oltre ai testi liturgici di storia e di arte, si aggiunsero col tempo i classici della letteratura italiana e preziose opere come l’edizione veneta della Enciclopedia francese. Oggi i volumi sono conservati con grande dignità negli scaffali lignei originali ed a disposizione di chiunque intenda consultarli.

Collezione museale Luigi Torri (1904-1996)

Nelle sale del piano nobile del settecentesco palazzo municipale di Caprino Bergamasco è ospitata anche la Collezione museale Luigi Torri. Un allestimento moderno, pensato per accogliere e valorizzare degnamente e con metodo scientifico la straordinaria collezione de Ol Tôrr di sass. Così era affettuosamente chiamato in paese Luigi Torri, per la sua passione di raccogliere fossili e minerali. La sua casa di Caprino divenne una specie di museo con migliaia di reperti minerali e fossili. Ben presto, meta di studiosi provenienti da tutto il mondo, tra cui Ardito Desio ed il rettore dell’Università Statale di Milano, prof. Caio Mario Cattabeni.

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