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Calolziocorte
Situata in una valle morfologicamente estesa per quindici chilometri dalle sponde del Lago di Olginate sino ad Ambivere e denominata ufficialmente Val San Martino a partire dalla prima metà del secolo XV, Calolziocorte affonda le sue radici in un passato assai lontano.
Indizi di una probabile frequentazione umana in età preistorica risultano essere i resti di alcune strutture palafitticole rinvenute presso il Lavello, testimonianze, forse, di un primo insediamento ubicato lungo le rive del fiume Adda. Anche in epoca protostorica, con ogni probabilità, il territorio di Calolzio fu oggetto di un qualche popolamento. Tralasciando le varie ipotesi sull’origine preromana della località significativa è la presenza di un insediamento riferibile all’età del ferro ed alla cultura celtica di Golasecca (IX-V secolo a.C.) individuato presso la vicina Rocca di Somasca.
Evidenti le vestigia della presenza romana risalenti all’epoca imperiale. Attraversata dalla strada pedemontana che collegava Brescia, Bergamo, Como e che varcava il fiume Adda grazie al ponte di Olginate, riferibile al III secolo d.C., l’insediamento di Calolzio acquisì importanza trovando in questa risorsa viaria la ragione del proprio sviluppo.
Oltre ai numerosi sarcofagi a vasca con coperchio a spiovente e ad una piccola necropoli rinvenuta in località la Gerra, particolare attenzione merita il ritrovamento dell’epigrafe sacra in marmo con dedica a Diana. Lei era dea della caccia, dei boschi e della luna, rinvenuta presso la chiesa parrocchiale di Lorentino databile tra il I ed il II secolo d.C.
Le prime testimonianze
La prima testimonianza scritta di una località calolziese, ovvero Corte, risale all’anno 774. Allora Rado de Curte compare come testimone in una pergamena bergamasca. Il personaggio sarebbe il più antico abitante di Calolziocorte di cui esista prova documentata. È molto probabile che già in epoca alto medievale esistesse in Calolzio. Inoltre, sempre in località la Gerra, esisteva una primitiva chiesa intitolata a San Martino Vescovo di Tours tanto da estendere poi la stessa dedicazione all’intera vallata su di essa gravitante.
Nel 1274 Napoleone della Torre conquistò la Valle San Martino ed il suo capoluogo. In quegli anni, su Calolzio, forte era il potere esercitato dalla nobile famiglia feudale dei Benaglio. Questa famiglia, tra l’altro, era detentrice di numerosi castelli ed alleata dei Torriani in chiave antiviscontea. Tra i numerosi avvenimenti militari e politici che seguirono a questo tragico periodo di lotte intestine, si ricorda la battaglia del Campo Cerese (1398) tra i guelfi di Calolzio e i ghibellini di Olginate.
Con il trattato stipulato nell’aprile del 1454 la Val San Martino passò definitivamente sotto il dominio della Repubblica di Venezia. Essa già da qualche decennio aveva cominciato ad affacciarsi sul territorio calolziese nell’intento di occupare Lecco. Con il mite dominio della Serenissima, Calolzio inaugurò un periodo di maggior tranquillità e prosperità. Trasse numerosi benefici dai vari privilegi che il Governo Veneziano le concesse in quanto terra di confine con il Ducato di Milano.
La posizione strategica e la presenza di importanti crocevia ferroviari favorirono lo sviluppo a Calolziocorte di numerosi insediamenti industriali, soprattutto negli anni ’20 del secolo scorso. Da ricordare lo stabilimento “Sali di Bario”, da tutti i Calolziesi conosciuto come “Fabricù”. Nel settore dell’artigianato sono molto diffuse e rinomate la produzione artigianale di attrezzi agricoli e la lavorazione del metallo.
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