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Azzone Visconti

Azzone Visconti nel suo decennio in qualità di signore di Milano, rese la città di Lecco una piazzaforte militare molto importante. Possiamo osare dicendo che fu il fondatore dell’attuale Lecco.

Grazie alle sue opere, il borgo progredì ed assunse la forma che oggi conosciamo. Egli fortificò il borgo, fece costruire un castello in riva al lago e la costruzione di una cinta muraria che lo racchiudeva, ovvero l’attuale centro storico. Prima della dominazione viscontea, l’attuale centro storico era invivibile e malsano a causa dell’alto livello del lago. Si risiedeva nei rioni alti, Laorca, S. Giovanni, Rancio, Castello, ciascuno indipendente con la propria chiesina ed il proprio cimitero.

Un sistema difensivo

Nel borgo era collocato uno dei due castelli della guarnigione che presidiava Lecco circondato da mura di forma triangolare. Ad esso si accedeva mediante tre porte. La prima era Porta Milano, l’attuale vicolo Torre, cui oggi resta la Torre Viscontea, che dominava tutto il borgo. Un’altra era la porta di Vianova, attuale inizio di Via Bovara. La terza era la Porta Santo Stefano, dotata di un torrione su cui a fine ottocento è stato eretto il campanile della Basilica di San Nicolò. La più efficace rappresentazione esistente del borgo è l’affresco presente nel Castello di Melegnano risalente alla prima metà del sec. XVI.

Un sistema difensivo molto complesso ed articolato. Ogni porta era infatti dotata di un rivellino. Negli stessi anni fu aggiunta alla Porta Nuova la cosiddetta batteria, un baluardo difensivo a mezzaluna. Oltre a ciò, furono costruite delle torri difensive. Essi, insieme a quella del castello ed al Torrione, servivano per sorvegliare le mura. Erano merlate e circondate da un fossato riempito da un corso d’acqua.

Ponte Azzone Visconti

A completamento del sistema difensivo, anche il porto era fortificato e alcuni cunicoli sotterranei collegavano le zone strategicamente più importanti all’interno delle mura di fortificazione di Lecco. Parti della cinta muraria sono ancora osservabili nel Vallo delle mura e vicino al sagrato della Chiesa prepositurale di S. Nicolò, che alla base del campanile, conserva la torre seicentesca da cui ancora si dipartono lunghi tratti degli originali camminamenti sotterranei.

Poi fece costruire un ponte di pietra viva sopra l’Adda, il punto in cui il lago cessa, e l’Adda ricomincia, con una torre molto eccellente, per ciascheduno capo, aggiungendovi un castello nel margine del lago. La costruzione del ponte sul fiume Adda fu significativa sia dal punto di vista strategico che simbolico. In origine aveva otto arcate a tutto sesto. A questi vennero aggiunte altre 3 per evitare gli allagamenti della città di Como. Il materiale scavato servì poi per realizzare l’isola Viscontea o isola di Pescarenico. L’aspetto del ponte così come doveva apparire agli inizi del XVI secolo è registrato da un dipinto datato 1529 esposto nel castello di Melegnano. Il ponte offre un bellissimo panorama durante la sera quando è illuminato da potenti fari che esaltano le bellissime arcate in pietra. Stampa di un’antica incisione su rame risalente al 1760-1771.

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